La bioplastica è esteticamente simile alla plastica, ma con una resa più ecologica. La differenza sta tutta nell'impatto sull'ambiente: le bioplastiche hanno il vantaggio di degradarsi in un tempo minore rispetto alla plastica, la quale impiega dai 10 ai 30 anni. Ma la bioplastica è veramente un materiale compostabile e del tutto ecologico? Scopriamo cosa non ci dicono riguardo alle bioplastiche e perché non sono del tutto ecologiche.
La bioplastica è un materiale con caratteristiche simili se non uguali a quelle della plastica: leggera, resistente e versatile. Tuttavia, la sua somiglianza con la plastica è anche un grande punto di attenzione: infatti, l’utilizzatore finale potrebbe scambiarla per comune plastica e quindi smaltirla insieme a quest’ultima, compromettendo il processo di riciclo.
A differenza dalla plastica, la quale deriva dalla raffinazione del petrolio, le bioplastiche sono prodotte da materiali naturali, rendendole quindi una risorsa rinnovabile, previo trattamento in centri di compostaggio industriale attrezzati per lo smaltimento di polimeri bioplastici. Tuttavia, la maggior parte dei centri di compostaggio italiani non sono attrezzati per lo smaltimento di questi polimeri, quindi essi finiscono per essere bruciati, annullando così l’ecosostenibilità del materiale.
A differenza della bioplastica, vediamo ora alcuni materiali alternativi che sono veramente e completamente compostabili. Infatti, questi materiali, se prodotti nel modo corretto, possono essere addirittura rilasciati nell’ambiente, dove, nel caso della bagassa, si decompongono naturalmente in soli 3 mesi.
Il legno è il materiale ecologico per eccellenza. Usare il legno significa evitare di sfruttare altri materiali che hanno un maggiore impatto sull'ambiente. Anche se il taglio di un albero crea nell’immediato una frattura locale nel ciclo della vita all’interno del bosco, è altrettanto vero che una gestione responsabile delle foreste può contribuire a mantenerlo in vita.
La bagassa o fibra di canna da zucchero è derivata da fibre di origine vegetale, ed è un materiale naturale estratto dal residuo della macinazione e spremitura della canna da zucchero (dopo l’estrazione del succo). La canna da zucchero è una materia prima rinnovabile e può ricrescere 3 volte l’anno.
L'utilizzo della polpa naturale (bagassa) è ideale per la produzione di stoviglie monouso e packaging performanti ed eco-compatibili.
La carta viene ricavata da una pasta costituita da un mix di acero, betulla e pioppo. La carta è un materiale biodegradabile, riciclabile, compostabile e rinnovabile. Può essere reimmessa nei processi produttivi fino innumerevoli volte e la maggior parte dei residui di processo è recuperabile.
La bioplastica è compostabile, ma per attivarne il processo ha bisogno di essere portata ad alte temperature in un centro di compostaggio industriale attrezzato, di conseguenza non è del tutto ecologica. Inoltre, le bioplastiche non biodegradabili, come il biopolietilene, si accumuleranno e persisteranno nell'ambiente come le plastiche classiche se non vengono gestite e riciclate correttamente.
Ecco perché SignorBIO si impegna ad usare per tutti i suoi prodotti monouso solo materiali naturali: legno, fibra di canna da zucchero (bagassa) e carta.
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